BIO
Giorgio Azzaretti, anno 1975, la sua avventura artistica prende forma nei laboratori di Faenza, crogiolo di sapere ceramico, dove ancora oggi tesse trame di collaborazione e condivisione di saperi.
All’alba del nuovo millennio, Giorgio intraprende un viaggio esplorativo nell’universo della ceramica, sperimentando ardite sinergie di forme e tecniche. La sua firma diventa la cottura ‘rapida’, un omaggio innovativo alla tradizione Raku del Sol Levante, che egli stesso ha reinventato con un tocco personale.
Il richiamo dell’Oriente lo porta a Koishiwara, in Giappone, dove si immerge nell’apprendimento delle arti ceramica orientali. Poi oltre, verso l’India e il Nepal, terre di antica maestria ceramica. Tra le vie di Kathmandu, il destino intreccia il suo cammino con quello dello scultore Gopal Kalapremi, in un dialogo di forme e filosofie.
Oggi, Giorgio Azzaretti divide il suo tempo tra l’arte dell’insegnamento e la quiete del suo studio a Collegio, un angolo di pace nella valle Staffora, dove le colline dell’Oltrepò si alzano e comincia a spuntare l’appennino. Qui nascono opere che sono ponti tra passato e futuro, tra Oriente e Occidente, tra tradizione e innovazione.